Quando si parla di tasso fisso e tasso variabile si devono considerare diversi fattori. Fino a qualche anno fa a farla da padrone era proprio il tasso variabile.
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Per esempio, si parla degli anni in cui quando si andava a stipulare un mutuo significava per forza di cose dover accettare dei tassi d’interesse piuttosto elevati. Basta che si pensi al fatto che Eurirs ed Euribor (ovvero gli indici di riferimento rispettivamente di tasso fisso e variabile) si aggiravano intorno al 5%.
Pensate che oggi sono di gran lunga sotto l’1%. Dal confronto si può capire come a quel tempo conveniva vincolarsi al tasso variabile, dato che il tasso fisso sarebbe stato alto per un finanziamento a lunga durata.
Anche per quanto concerne i mutuatari che non sono mai stati amanti del rischio era consigliabile scegliere il tasso variabile.
Però, la situazione è cambiata a partire dalla crisi economica, in questo modo c’è stata una notevole diminuizone dei tassi d’interesse, che hanno poi raggiunto quasi lo zero. Addirittura, per molto tempo sono rimasti ai minimi storici. In breve tempo è stato il tasso a divenire il padrone della scena, continuando ancora oggi ad esserlo.
In questi ultimi anni, chi si è ritrovato di fronte ad un mutuo, ha dovuto fare la scelta del tasso fisso per convenienza. Esso può offrire due veri vantaggi: la rata fissa nel tempo e la quota degli interessi limitata.
Tassi fisso vs tasso variabile: e ora?
Visto che ultimamente si sente molto parlare dei tassi di interesse in notevole rialzo, così come tutto ciò che c’è da pagare attualmente, è probabile che vi sia un rallentamento del Quantitative Easing. Ovvero della politica con cui la Bce ha deciso di favorire la ripresa dell’economia, in modo da rendere meno costoso l’accesso al credito per le banche.
Ma tutto questo sarà vero? In realtà per tanto tempo si prevede lunga stabilità, quantomeno per tutto il prossimo anno. Anche se vi sono delle fluttuazioni, è lo stesso possibile rimanere tranquilli, soprattutto di fronte ad un finanziamento a lunga durata.
Basta prendere in considerazione l’IRS 30 anni (quello che viene usato per definire i tassi fissi di pari durata), si vedrà che a inizio gennaio stava a meno di zero, il 29 aprile ha toccato quota 0,56%, dopo è passato allo 0,31% il 28 luglio e 0,5% il 30 settembre.
Stiamo parlando dell’oscillazione complessiva di mezzo punto e basta, questo lo rende ancora consigliabile, perché la differenza rispetto al tasso variabile (indice Euribor 6 mesi -0,53% il 30 settembre) è’ sempre minima.
Mutuo a tasso variabile: conviene e quando?
Dunque, considerando l’ipotesi di approfittare dei tassi variabili ultraconvenienti si deve andare a considerare la personalità di ogni tipo. Per esempio, quanto davvero una persona vuole rischiare e quanto è pronta a tenere sotto controllo l’andamento degli indici?
Il tasso variabile, inoltre, è una scelta che solo in alcuni casi risulta conveniente, questo a prescindere dalla situazione finanziaria di ogni individuo.
Se si vuole comprare una casa, prevedendo un cambiamento entro i 10 anni, quella risulterà essere la durata del mutuo. Stesso stesso discorso vale se si vuole andare ad estinguere in maniera anticipata una buona parte del debito entro un periodo determinato.
In queste situazioni si potrebbe essere indotti a fare la scelta di una durata lunga, così da ridurre gli interessi e la rata. Ma la vera durata del mutuo sarebbe comunque più contenuta.
Se si fa la scelta del mutuo a tasso fisso vi troverete a pagare molto di più per pagare la tutela a lungo termine che poi, sicuramente, non andremo a sfruttare a causa dell’estinzione anticipata. Detto e considerato che gli anni più importanti del mutuo sono proprio quelli iniziali, quando il debito è più alto, si deve pagare una maggiore quota di interessi.
Questo a causa anche dello stesso piano d’ammortamento alla francese, per cui, in questo caso ha più senso riuscire a provare a fare un confronto tra il tasso fisso e variabile del mutuo. A tal riguardo sarà utile usare la calcolatrice che confronta i mutui e che viene basata sulle previsioni dei tassi aggiornati.
Così saprete sempre quali sono i dati relativi agli indici di riferimento del tasso variabile, che a quanto pare continuando ad essere su livelli negativi e pare che siano destinati a rimanervi ancora a lungo. Se, invece, avete intezione di tenere in vita il mutuo fino alla sua fine totale, e sicuramente questa è lunga, si dovrà ammettere che le offerte a tasso fisso saranno molto più vantaggiose da non ammettere confronti con tasso il variabile.
In conclusione
Questo è quanto concerne le opinioni e i pareri sulla base di quelli che sono i dati effettivi, perciò, se volete chiedere un mutuo per acquistare una prima casa, è opportuno e consigliabile consultare gli indici di riferimento.
Il nostro consiglio è sempre quello del tasso fisso, in modo da non avere mai sorprese spiacevoli in caso di rialzo degli interessi.
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